Elena Petrocco

Descrizione dell'artista
La mia ricerca parte dalla considerazione che il corpo è oggi, più che mai, il centro delle nostre tensioni contemporanee, su di esso convergono interessi economici, filosofici, politici, genetici, televisivi, scientifici e di costume.
È un paradigma che si rimodula continuamente in quanto è iscritto e tatuato dentro il sapere delle civiltà. È un algoritmo magnetico che attrae il nostro sguardo e saccheggia la nostra mente. Nella nostra cultura esibizionista e volgare, il nudo è di moda - non è più un tabù - ma un manifesto di corporeità banalizzato, replicato all'infinito, che propaganda erotismo sterile, senza alcun coinvolgimento. Il corpo diventa ready-made dell'organico, del mondo, dell'essere carne senza mistero.
Ho tentato di analizzare tutto ciò attraverso i segni e le forme, interpretandole in un gioco di alterazioni e contaminazioni che abbatte i confini, già così labili, dei saperi. Le mie opere vogliono essere cronaca di lacerazioni, contenitori della bellezza "sottovuoto"; immagine di sensi perduti nelle anatomie frammentate che i mass-media mercificano come carne al macello. Rappresentano la consapevolezza della menzogna del corpo che inganna i sensi e la verità e manifesta nella sua prigione di nodi e corde la propria sofferenza. Sono "manifesti-denuncia" e intendono ricordare che un corpo deve essere materia di vita, perché è l'unica testimonianza dell'esserci, l'unico mezzo che ci permette di non smaterializzarci nell'etere e di essere robotizzati o inghiottiti dallo spazio virtuale.
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